La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11027 del 5 maggio 2017, si è occupata di un interessante caso che potrà essere utile per rispondere a questa domanda.
Il licenziamento è legittimo solo nel caso in cui la condotta del lavoratore costituisca una vera e propria “insubordinazione”.
Mentre nel caso considerato dalla suprema Corte il licenziamento era stato intimato in quanto, in occasione di un litigio tra il lavoratore e il proprio superiore, il dipendente aveva utilizzato un’espressione ingiuriosa, che era stata ritenuta di gravità tale da giustificare il licenziamento per giusta causa (art. 2119 cod. civ.).
A seguito della sentenza che aveva dichiarato l’illegittimità del licenziamento, la società datrice di lavoro era stata condannata a reintegrare il lavoratore nel proprio posto di lavoro, ai sensi dell’art. 18 della legge n. 300 del 1970 (Statuto dei lavoratori).